A bordo di una locomotiva a vapore lungo la linea ferroviaria Sicignano Lagonegro

Le linea ferroviaria Sicignano degli Alburni – Lagonegro, annoverata tra le “ferrovie storiche italiane”, la cui costruzione ebbe inizio nel 1860, venne inaugurata interamente il 25 maggio 1892 e chiusa nel 1987 per consentire l’elettrificazione della linea Battipaglia – Potenza, rimanendo completamente isolata dal resto della rete, non è mai stata più riattivata.
La ferrovia attraversa un’area paesaggistica di straordinaria bellezza, toccando l’area protetta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano nel territorio solcato dal fiume Tanagro, tra paesaggi mozzafiato, inerpicandosi tra montagne, boschi, gole e valli solcate da fiumi, guadati da vecchi ponti da brivido con grandi arcate in muratura o a struttura in ferro.
Lunga 78,247 Km, contava diverse stazioni e fermate: Castelluccio, Galdo, Petina, Auletta, Pertosa, Polla, Atena Lucana, Sala Consilina, Sassano-Teggiano, Padula, Montesano-Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, ed infine Lagonegro.
Uno studio di fattibilità effettuato dalla Regione Campania prevede la riapertura della linea con la creazione di un parco lineare lungo il tracciato ferroviario, mirando a costituire un nuovo attrattore turistico e culturale nel Vallo di Diano e un sistema di nuova accessibilità verso le emergenze storiche e naturalistiche, con conseguenti ricadute positive sotto il profilo turistico, rendendo più celeri i collegamenti tra Salerno e le zone interne. Il progetto di riattivazione prevede il recupero di tutte le stazioni, mettendo a disposizione dell’Ente Parco quelle che non verranno utilizzate come strutture d’attesa e per le biglietterie a servizio dei passeggeri, divenendo punti di riferimento per le iniziative promozionali e le attività che il Parco organizza sul territorio.
In un viaggio di un giorno o di un lungo weekend a bordo del “Treno Verde”, seduti dentro comode carrozze panoramiche, si potranno ammirare gli spettacolari paesaggi, percorrendo curve strettissime, tunnel, ponti, costeggiando fiumi e montagne.
Dalle piccole stazioni si potranno poi facilmente raggiungere i numerosi siti di interesse storico-naturalistico presenti, con la visita alle Grotte dell’Angelo a Pertosa, riprendendo il cammino verso il paese museo di Teggiano e proseguire per la Certosa di San Lorenzo a Padula.
A questo si aggiunge la possibilità di visita ai centri storici di Auletta, Polla, Atena Lucana, il Battistero di San Giovanni in Fonte, la Valle delle Orchidee a Sassano e tanti altri luoghi. Il percorso della linea ferroviaria inizia da un punto ubicato a 1,67 Km dalla stazione di Sicignano lungo la linea per Potenza, dove con un’ampia curva attraversa il fiume Tanagro per portarsi sulla sponda opposta, dove con una serie di gallerie e arditi ponti giunge alla fermata di Castelluccio, e dopo diverse altre gallerie, camminando parallelamente alla Statale 19 delle Calabrie, l’antica via Popilia, alla stazione di Galdo. Da qui si prosegue per la stazione di Petina, in posizione isolata dal paese, e dopo alcune gallerie ed aver attraversato il Vallone S. Onofrio, distaccandosi dalla statale risalendo lungo il colle, arriva alla stazione di Auletta. Dopo aver attraversato un tratto nei boschi, la ferrovia giunge in uno dei punti più spettacolari della linea, dove con un ampio ponte in curva con trenta archi supera il torrente Lontrano in un immensa prateria, sottopassando due volte l’autostrada, per poi raggiungere l’area posta in cima alle Grotte dell’Angelo dove è ubicata la fermata di Pertosa, raggiungibile solo con un sentiero, e da cui si erge un emozionante panorama. Passando la gola di Campostrino, lo sbarramento in località Maltempo per l’alimentazione dell’impianto idroelettrico a Pertosa, e superato di nuovo il fiume Tanagro con un lungo ponte in ferro, dopo aver attraversato una galleria ed altri due ponti, entra nel Vallo di Diano in zone maggiormente abitate, raggiungendo la stazione di Polla situata al centro del paese, dotata di uno scalo merci e di una piccola rimessa per locomotive. La sorpresa più grande è la presenza di una locomotiva da manovra, la 835.205, in stato di estremo abbandono, ma completa in tutte le sue parti, molto rara da trovare in quanto la maggior parte sono state tutte depredate per ricavarne pezzi di ricambio, bielle e stantuffi.
La linea prosegue poi in maniera abbastanza rettilinea quasi interamente in pianura, toccando le stazioni di Atena, Sala Consilina, Sassano-Teggiano, Padula e Montesano-Buonabitacolo. Da qui ricomincia ad affrontare alcune asperità, supera ancora il Tanagro con un ponte in ferro iniziando nuovamente a salire per toccare la stazione di Casalbuono dopo alcune gallerie, continuando ancora tra ponti e tunnel fino alla fermata di Casaletto, nel punto più alto della linea a 650 metri di altitudine.
Dopo diverse gallerie, passando il confine tra Campania e Basilicata, la linea giunge al capolinea, alla stazione di Lagonegro, ripresa più volte in vecchie fotografie con la locomotiva a vapore 625.042 pronta alla partenza, divenuta nel tempo il simbolo di questa storica ferrovia.
Le ottime prestazioni, la versatilità, la facile manovrabilità anche sui percorsi più tortuosi e l'affidabilità di queste locomotive, decretarono il successo del gruppo 625, divenendo le più longeve della storia ferroviaria italiana.
Ci auguriamo che questa straordinaria ferrovia venga riaperta al più presto, recuperando il notevole patrimonio rotabile ed ingegneristico, ritornando a svolgere il ruolo importante nel sistema dei trasporti su ferro per un vastissimo territorio a sud della Provincia di Salerno, ricco di luoghi di notevole interesse naturalistico e culturale.

© Costabile Cerone - architetto | Foto Photolia

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