Cascina (PI). Giovani che lasciano il vallo di diano e cilento, un viaggio senza ritorno

"... Aumenta sempre più il numero dei diplomati e laureati che emigrano verso il nord Italia e i paesi dell’Unione Europea, nella maggior parte dei casi con lauree connesse allo sviluppo economico e Ingegneristico (navale, aerospaziale, ecc) e diplomati ad indirizzo enogastronomico. Per tanti, spesso, non c’è ritorno in Italia, se non per le vacanze, è il nuovo profilo dell’attuale emigrazione” con questa triste affermazione e nuova piaga emigratoria si apre il sesto incontro dal titolo “Giovani che lasciano il Vallo di Diano e Cilento, un viaggio senza ritorno".

Un Webinar (convegno in video conferenza) che si svolto Giovedì 7 maggio alle ore 14,30 organizzato dall’associazione Amici del Vallo di Diano e Cilento in Toscana diretta dal dott. Gesualdo Russo, in collaborazione con il Centro di documentazione sulle nuove migrazioni dell'UniSA rappresentato dal direttore scientifico dott.ssa Grazia MOFFA e il Dipartimento di Studi politici e sociali. Folto il parter dei Relatori che rappresentavano i due territori. Puntuali, ad aprire il seminario telematico con i saluti di benvenuto e accoglienza del Presidente AVDC Gesualdo Russo e le sue forti ed emozionanti dichiarazioni ”… Il tema delle migrazioni è molto caro all’Associazione culturale che ho l’onore di presiedere. Ci sentiamo molto coinvolti da questo argomento che ha toccato profondamente ognuno di noi. Molti anni fa,quando l’Università di Salerno non era stata ancora fondata,tanti di noi hanno scelto sedi di studio lontane tra cui l’Università di Pisa.Inizialmente il proposito era quello di rientrare al paese,ma nel corso degli anni le cose sono andate diversamente. E questo è avvenuto quasi sempre per scelta in quanto maggiori sono state le opportunità offerte: studio, lavoro, servizi,crescita professionale ed anche economica . Tutto questo,però,non ha fatto venir meno il grande amore per la terra natia. Ci portiamo dentro quel sentimento che i brasiliani chiamano “saudade” e che un grande cantautore e scrittore di quella terra,Chico Buarque, così definisce: La nostalgia è come una malattia che ci si porta dentro,insieme alla speranza che il tempo la guarisca. E’ un dolore,ma anche un piacere che mantiene in vita ciò che non esiste più,o che non può più tornare. E’ tanta la nostalgia e la voglia di ricordare il paese dove siamo nati,la piazza,la chiesa,i luoghi dell’infanzia,le persone che non ci sono più,i profili dei monti impressi nella mente di chi vi è nato e cresciuto. L’obiettivo che ci poniamo ,come Associazione,è quello di custodire e mantenere vivo il ricordo delle nostre origini (la nostra identità) attraverso la conoscenza e l’approfondimento della nostra storia e delle tradizioni della terra natia e trasmetterli alle nuove generazioni…”.

A seguire sono stati i saluti istituzionali dei due Presidenti delle Comunita Montane, Avv. Cavallone Francesco (C.M. Vallo di Diano) e dott. Vincenzo Speranza, (C. M. Bussento, Lambro e Mingardo e sindaco di Laurito) che ad unisono hanno parlato dei punti critici che tormentano i paesi sparsi nel Cilento e Vallo di Diano, territori ricchi bellezze naturali che con una buona programmazione politica sono in grado anche di ipotizzare e sviluppare prospettive positive, specie se poste a buon senso politico e sociale. A seguire i due assessori alla Cultura Dott.ssa Filomena Chiappardi (Comune di Padula) e la dott.ssa Bice Del Giudice (Comune di Cascina) che entrambe hanno sostenuto che la cultura e la formazione scolastica sia un’arma contro la disoccupazione giovanile. In Italia c’è un deficit, rispetto agli altri in Europa, anche perché ritorna aumentato il divario tra il centro nord e il Meridione, attraversando di sé l’ormai secolare questione meridionale.

Le maggiori criticità sono dovute anche agli andamenti e sviluppi che decidono la qualità del lavoro determinato da assunzioni non fisse o del part-time e dei contratti a tempo determinati. Questo atipico fenomeno provoca sconforto ed è lampante nel Mezzogiorno. Al Sud, non solo c’è poco lavoro marginale ma quello che c’è, è pure precario. Gli altri pregevoli interventi sono stati di Andrea Baldini ( Presidente Università Popolare del Cilento) e del dottor Aumenta Stefano ( Presidente della Proloco di Sassano) che hanno fatto un esaustivo excursus sul fenomeno dell’emigrazione, come si è evoluta l’immigrazione nel tempo. A partire dalle migrazioni tradizionali di italiani all’estero, che nel corso del novecento e dei primi anni del nuovo secolo hanno portato un’altra Italia, per numero e provenienze, ad emigrare in molti paesi d’Europa, delle Americhe e dell’Australia e a costruire nuclei organizzati di nostri connazionali in diverse forme di associazionismo.

Questi in molti casi hanno sperimentato senza successo specie dopo la crisi del 1973 il cosiddetto ritorno produttivo e innovativo di molti migranti; l’immigrazione straniera, che è consistita per circa un trentennio prevalentemente nell’immigrazione economica, da lavoro, somigliante in maggioranza alle tradizionali immigrazioni che in precedenza avevano raggiunto l’Europa Centro settentrionale; la più recente immigrazione derivante dalle guerre che hanno sconvolto l’Asia e l’Africa e che tendono a selezionare i nuovi flussi ammettendo esclusivamente i rifugiati politici e talvolta come conseguenza dividendo i padri e le madri dai figli; l’emergere di grandi contraddizioni derivanti dalle decennali politiche di integrazione e che hanno messo in crisi le seconde e terze generazioni di migranti.

Le conclusione del convegno diretto e coordinato dall’Ingegnere Michele Perretti(vice-presidente AVDC) sono state affidate alla dottoressa Grazia Moffa che preoccupato del fenomeno ha asserito “… L’attuale andamento dei movimenti migratori, la crisi delle politiche migratori gestite dai vari stati, la costruzione dei muri e le barche dei disperati, i nostri giovani che ormai hanno intrapreso la via della Cina, dell’Asia e della cooperazione internazionale, meritano un salto di qualità nell’affrontare la tematica migratoria. Si ha bisogno di ben attrezzati musei che ci raccontino delle storiche migrazioni, ma anche di nuovi strumenti di analisi e di comunicazione per comprendere ed intercettare appieno i perché dei nuovi fenomeni che investono e caratterizzano appunto “l’era delle migrazioni”.

Soltanto nell’ultimo anno si è davvero sviluppato il dibattito sui numeri e sulle caratteristiche della nuova emigrazione di giovani italiani in diversi e originali destinazioni migratorie. In effetti la ricerca al riguardo non è all’anno zero, però è stata sempre messa in secondo piano dai più tradizionali studi sulle emigrazioni o anche sulle immigrazioni straniere in Europa. A seguire il convegno tantissimi studenti universitari, soci della associazione AVDC e amici da tutta Italia. Un enorme soddisfazione e successo come ci conferma anche il Presidente Russo “…. per noi è stata la prima esperienza di convegno a distanza e ci riteniamo soddisfatti. All'inizio c'era un po' di diffidenza, ma poi abbiamo notato che le nuove tecnologie aiutano moltissimo. Diversi nostri soci hanno partecipato all'evento attraverso la piattaforma Teams e ci hanno incoraggiato a ripetere l'esperienza. Interessanti e stimolanti le domande degli studenti che hanno reso più vivo il convegno. Abbiamo ricevuto inviti sia dalla Prof,ssa Moffa che da Don Andrea La Regina a organizzare in futuro un evento in comune. Il nostro auspicio è quello di tornare agli avvenimenti in presenza, tuttavia in emergenza, gli eventi a distanza, se ben articolati, possono essere sostitutiva".

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