Joyce, davvero libera. Un lungometraggio per spiegare il dramma della prostituzione

Nell'era delle condivisioni, dei tweet, delle notizie che circolano alla velocità della luce, il sistema di informazione è radicalmente cambiato. Per comunicare e toccare le coscienze bisogna essere: diretti, veloci, veri. Quando questa scoperta diventa una chiamata spirituale di servizio a Dio, allora si può affermare di essere di fronte ad un immenso bisogno di rimboccarsi le maniche. La realizzazione del film “Joyce, davvero libera” nasce dall'esigenza di accendere un faro mediatico sul dramma in cui vivono migliaia di donne costrette alla prostituzione. Parlare di schiavitù ai nostri giorni sembra completamente anacronistico, siamo indotti ad immaginare che questo genere di problema affligge solo alcune popolazioni relegate in chissà quale parte del mondo. La schiavitù, invece, viene esercitata sotto casa nostra, nelle strade periferiche della nostra città; non si può rimanere indifferenti, non si può far finta di non vedere! Se poi testimoniamo di essere “Chiesa”... allora no! Non possiamo restare a guardare. Migliaia sono le donne vittime del sistema malavitoso e poche decine sono i volontari della Chiesa di Dio che si dedicano alla loro liberazione. Joyce è un film che accende i riflettori sul fenomeno della tratta ai fini dello sfruttamento sessuale e sulla grande benedizione che accomuna i cristiani volontari che, in tutta Italia, si occupano quotidianamente di queste donne.

© Michele Cesare sceneggiatore e produttore di “Joyce, davvero libera”.

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