La Pollese e la favola del 1973, una giornata da ricordare

Correva l’anno 1973 e il calcio a Polla sembrava destinato a scomparire. Bisognava ripartire dopo cinque anni di successi in quanto, non potendo sostenere da solo i costi di gestione, il presidente della Pollese-Vallo di Diano, Gerardo Ritorto, era stato costretto a cedere il titolo per accedere alla Serie D. Eppure la squadra aveva ottenuto risultati particolarmente prestigiosi che avevano fatto rivivere i fasti della seconda metà degli anni ’40 quando era arrivata addirittura in Serie C.

Ripercorriamo in rapida sintesi il periodo a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70. Quando assume la presidenza della Pollese Gerardo Ritorto è un giovane imprenditore con il pallino del calcio e della politica. Non era stato calciatore ma il calcio lo appassionava ed aveva capito che poteva rappresentare un trampolino di lancio per farsi conoscere ed entrare in politica. Come prima decisione affida la guida tecnica della squadra ad Antonio Priore, vecchia gloria del calcio locale. I primi risultati sono soddisfacenti ma il giovane presidente vuole qualcosa in più. E il qualcosa in più lo trova sulla piazza di Salerno, grazie ai suoi rapporti di amicizia con l’avv. Giuseppe Tedesco, noto penalista della città capoluogo e, all’epoca, prima Commissario Straordinario e poi Presidente della Salernitana (dal 1967 al 1972). Dopo i fasti della Serie A con Gipo Viani (proprio a Salerno, nel campionato 1947/48, era nato il “Vianema”, un nuovo sistema di gioco che rivoluzionerà il gioco del calcio) e dopo la presidenza Gagliardi la Salernitana vive un periodo difficile. L’avv. Tedesco viene nominato Commissario e decide di ripartire dai giovani: sceglie come allenatore una vecchia gloria granata, Rinaldo Settembrino, “salernitano verace”, al quale affida un nugolo di ragazzi di belle speranze.

Grazie all’amicizia di Tedesco con Ritorto, la Salernitana in diverse occasioni sceglie Polla per gli allenamenti settimanali e per alcune amichevoli e questo rafforza la Pollese. Dal capoluogo arriva l’allenatore Vincenzo Giannini con alcuni giovani della “Berretti” (questo il nome del torneo giovanile al quale partecipavano i ragazzi delle squadre delle categorie superiori): il portiere Barba, il difensore Savastano, il centrocampista Salvi e l’attaccante Teofilo. È proprio Giannini ad intuire le doti di Giuseppe Bruscolotti che Ritorto aveva prelevato dal Sassano. In prima categoria, dopo un brillante campionato la Pollese si piazza al secondo posto alle spalle della Turris.

Quando Vincenzo Giannini lascia la Pollese per andare ad allenare la Pro Salerno arriva a Polla Antonio Nonis, un “mister” del Nord trapiantato a Cava dei Tirreni con un passato di calciatore in Serie A; Nonis otterrà ottimi risultati. Per quanto riguarda Bruscolotti, dopo alcuni anni nella Pollese il forte difensore viene ceduto al Sorrento in Serie C per poi passare al Napoli divenendone una colonna della difesa.

Intanto, dimostrando notevole lungimiranza, il presidente Ritorto cambia nome alla squadra: nasce il “Vallo di Diano”. L’idea è quella di farne un team rappresentativo di tutto il comprensorio e affida la panchina ad Attilio Sudati; anche stavolta i risultati sono eccellenti e suscitano grande entusiasmo tra i tifosi: la squadra arriva a disputare in Toscana il torneo finale di Coppa Italia Dilettanti ma perde la finalissima contro la Valdinievole di Giuliano Sarti, indimenticato portiere dell’Inter e della Nazionale. Vince, però, il Campionato Interregionale conquistando la promozione in Serie D. Non avendo ricevuto gli aiuti sperati dagli altri paesi del comprensorio, al termine del vittorioso campionato in Interregionale il presidente Ritorto cede il titolo per la Serie D al Campobasso che dopo tre anni approderà in Serie C.

A Polla, il calcio che conta praticamente scompare per cui bisogna ripartire.

Si arriva così all’estate del 1973 quando alcuni appassionati decidono di mettere insieme una nuova squadra per partecipare ad un torneo estivo. Viene allestita una squadra grazie alla passione di Gennaro Priore (primo Presidente che successivamente passò il testimone ad Alfonso Roccamonte), Giovanni D’Andrea (Vice Presidente), Geppino Manzione (Segretario), Gianni Giallorenzi (Tesoriere) ed altri (l’elenco dei dirigenti e dei calciatori è pubblicato in Appendice). Non vanno dimenticati i meriti di don Mimì Di Stasio, sacerdote originario di Salvitelle, parroco di San Gregorio Magno e grande appassionato di calcio. Don Mimì porta a Polla prima un allenatore slavo residente a Vietri di Potenza, mister Jaconcic e poi l’allenatore Gerardo Malpede oltre a numerosi giovani provenienti da San Gregorio, Ricigliano, Caggiano, Pertosa e Auletta che si uniscono ad un altro gruppo formato da ragazzi del Vallo di Diano. La Pollese rinasce e guidata da Bruno Jaconcic partecipa ad un torneo estivo a Sant’Arsenio per poi ripartire dalla terza categoria. È l’inizio di una nuova avventura.

Nel 1973/74 la squadra, affidata a Gerardo Malpede, vince il campionato di terza categoria e l’anno successivo partecipata a quello di prima categoria classificandosi al secondo posto. Una nuova vittoria finale arriva l’anno successivo (1975/76) ma a questo punto la bella favola si interrompe nuovamente. I ragazzi intraprendono con fortuna diversa vie differenti, sempre però restando in contatto con gli altri.

La cronaca di quegli anni è nelle pagine dei giornali che Angelo Pagano ha gelosamente custodito. Dopo quasi mezzo secolo Angelo Pagano, apprezzato commercialista, ha riunito il gruppo dei ragazzi di allora con i quali si è sempre mantenuto in contatto. E’ nata così l’idea di pubblicare queste pagine in ricordo di un periodo giovanile che nessuno dei protagonisti di allora ha dimenticato. Soprattutto, è il modo giusto per ricordare quanti, dirigenti e calciatori, non ci sono più. A loro va il pensiero più affettuoso.

Riportare qui alcuni dei nomi di alcuni dei ragazzi di allora significherebbe fare un torto a tutti gli altri. Il migliore giudizio di quegli anni giovanili è quello riportato di seguito, scaturito dalla mente di Geppino Manzione, segretario del Club: “Con questa pubblicazione Angelo Pagano ci offre una miscellanea fotografica di ricordi sportivi. Immagini di un calcio d’altri tempi ispirato a lealtà, amicizia e unità: una squadra vera. Sempre vivo è il ricorso dei compagni di viaggio di una bellissima avventura che hanno lasciato un segno indelebile nei nostri cuori. Un insegnamento autentico alle giovani generazioni future”. Ad Angelo il meritato grazie da parte di tutti I ragazzi del ’73.

© Giuseppe D’Amico

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