Presentazione del libro MATRICOLA ZERO ZERO UNO a Torre Orsaia

Un giudice del Tribunale di Napoli richiede e ottiene un permesso speciale dal DAP per entrare nell’OPG F. Saporito di Aversa sotto mentite spoglie, come internato, ovvero come paziente psichiatrico accusato di aver commesso delle violenze familiari. Questa è stata la copertura del magistrato Nicola Graziano che per tre giorni, dal 27 ottobre 2014, ha vissuto dentro la follia, in quel luogo, un tempo chiamato manicomio criminale, che suscita in ogni individuo paura e sgomento non solo come istituzione totalizzante, ma anche per le storie vissute dagli internati e per la vita in essa condotta.

Da questa esperienza, vissuta alla luce della definitiva chiusura degli OPG, ne è nato un libro racconto dal titolo MATRICOLA 001, arricchito dalle suggestive foto del giornalista fotoreporter Nicola Baldieri entrato il giorno dopo come inviato di un giornale nazionale.

E qui comincia l’avventura manicomiale che pone una prima domanda tra tutte: PERCHÉ?

“Quando ho chiesto il permesso al Ministero - dice l’autore - ho spiegato che il mio intento non voleva avere nulla di sensazionalistico o di denuncia. Io volevo solo vivere quell’esperienza, entrarci dentro per guardarla in faccia la follia e fissare una memoria.”

Il libro è stato presentato sabato 23 novembre a Torre Orsaia, nella Struttura Intermedia Residenziale di Castel Ruggero, della Unità Operativa di Salute Mentale di Sapri. All’interno della SIR, insieme agli ospiti ivi accolti, anche gli alunni dell’ Istituto Comprensivo di Torre Orsaia accompagnati dagli insegnanti e dal preside Romualdo Carro.

Del libro, presentato dal pluripremiato giornalista Vincenzo Rubano, di Striscia la Notizia, ne hanno parlato il sindaco di Torre Orsaia, Pietro Vicino, Francesca D’Agostino, psichiatra responsabile f.f. della UO Salute Mentale di Sapri, Francesco Mautone, Direttore della UO Salute Mentale di Eboli-Contursi, e Caterina Speranza, referente della SIR di Castel Ruggero e anima infaticabile e sensibile di questo luogo dell’anima che ospita 10 pazienti psichiatrici e anche ex OPG.

Gli alunni sono stati attenti e coinvolti anche attraverso le numerose domande rivolte al giudice autore del libro. Parlare della follia non è lo stesso che scriverne e non è lo stesso che vivere di follia, l’esperienza narrata sembra assemblare tutte queste cose.

“Entrando in quel luogo - dice l’autore - ho vissuto tutte queste realtà e l’ho scritto con grande difficoltà perché volevo arrivare proprio a questa sintesi; ne ho scritto con molto rispetto. Io, la follia l’ho incontrata e, con essa, ne abbiamo parlato in un confronto serrato. Il terzo capitolo s’intitola 'Viaggio di sola andata?'. Il punto di domanda significa che, da questo viaggio, non si ritorna allo stesso modo e con la stessa interiorità di prima e da un’esperienza del genere si può solo rimboccarsi le maniche e andare avanti. La follia si alimenta sull’indifferenza e sul pregiudizio ma, oggi in Italia, sull’assistenza psichiatrica c’è un dibattito molto vivo, sono stati chiusi anche gli OPG e lo step successivo è un ulteriore passo verso l’inclusione sociale.”

“Un’esperienza toccante nella sua drammaticità - dice il sindaco Pietro Vicino - vera, reale che ha commosso tutti e anche i ragazzi che erano molto attenti. Ovviamente la storia riguarda la malattia mentale, gli OPG, le reclusioni; però il vero tema è quello di rompere il muro di indifferenza verso queste tematiche.”

“Ognuno di noi è folle - racconta il dr Mautone - non sempre lo sappiamo, non sempre ce lo diciamo. Chi invece è conscio che un pezzo di follia ci appartiene è una persona saggia. E quando ci si mette in discussione, come ha fatto il magistrato Graziano, coglie l’opportunità di incontrare questo mondo. Noi che ci lavoriamo in questo settore ci entriamo e ci usciamo come ha fatto lui. E credo che questa esperienza traslata a tutti i magistrati che si occupano di questo settore, insieme ai periti psichiatri, possa essere di esempio e di guida.”

“Questo è il primo passo di una serie di eventi che porteremo avanti - dice la psichiatra D’Agostino - perché i ragazzi erano davvero interessati. Evitando la spettacolarizzazione li accompagneremo alla conoscenza di questo mondo nell’intento di superare lo stigma e di sottolineare che la terapia farmacologica, per quanto impopolare, resta un caposaldo del nostro lavoro.”

Caterina Speranza, soddisfatta dell'esito positivo dell'evento, ringraziando anche per la presenza e del supporto del giornalista Vincenzo Rubano, commenta:

“Nicola Graziano è così bravo a raccontare la sua esperienza che le sue emozioni sono diventate di tutti; nel leggere il libro voi sentirete le sue emozioni, le sue paure, quella follia che l'ha accompagnato e che ha dovuto sopperire e sopportare in questa esperienza ma, sopratutto, tanta umanità”; poi racconta di aver conosciuto il giudice Graziano come magistrato per questioni che riguardavano la SIR e per le amministrazioni di sostegno di alcuni pazienti. Lo ha quindi invitato a visitare la SIR e i pazienti evidenziando che il suo accorato impegno verso di loro è stato prodromico per l’esperienza che ha poi realizzato e vissuto.

© Titty Ficuciello

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