Il paesaggio centuriato del sud: una nuova lettura dallo studio morfologico del territorio

La viabilità del Vallo di Diano ricade in un territorio di cui non si è individuata una propria denominazione geografica in età romana ed il campus Atinas ( Cicerone e Plinio il Vecchio) comprende il territorio pianeggiante, appunto il campus, posto intorno alla città di Atina (Fraschetti, 1981).

Tale area ha risentito tramite la viabilità principale pedemontana, e, quindi, più al sicuro da rischi alluvionali e paludosi, delle vicende legate alla conquista romana del 272 a. C., ai passaggi di Annibale ed Annone durante la seconda guerra punica, dei danni provocati dalla guerra e dalle successive trasformazioni territoriali in ager publicus amministrato da prefetti nelle principali località, che per lo più avrebbero conservato lo statuto di città federate, recependo istituzioni romane innestate su precedenti statuti locali, soprattutto dopo la loro trasformazione in municipi.

La legge agraria, la centuriazione e la via Regio-Capuam. Quanto alla legge agraria di Tiberio Gracco, che nel 133 a. C. doveva provvedere alla distribuzione di appezzamenti dell’ager publicus al proletariato di Roma (Fraschetti, 1981), nel Vallo di Diano fu applicata nel 131 a. C., come documentano i cippi graccani rinvenuti a Polla, ad Atina, a Sala Consilina, nell’agro di Volcei, collocati presso la via fa Reggio a Capua che, probabilmente rappresentava nel Vallo il decumano massimo (Fraschetti, 1981).

Lo ribadiscono Guariglia e Panebianco, secondo i quali anche i sentieri attuali intersecantisi ad angolo retto rappresentano le tracce della suddivisione6 , in rapporto alla strada ed alla centuriazione della regione; qui, comunque, gli effetti di tale iniziativa non dureranno a lungo in quanto il ceto di piccoli e medi proprietari, che si era formato in seguito alle assegnazioni graccane e alla guerra sociale e civile scomparirà abbastanza rapidamente, secondo un processo, già iniziato nel I sec. a. C. (Coarelli, 1981).

Per i dettagli ci affidiamo all’ormai noto studioso e scrittore Dottor Vitantonio Capozzi di Polla, che con le sue ricerche del Vallo nel periodo romano sta suscitando parecchio interesse “… Già all’inizio della repubblica esistevano fondi su cui lo stato non esercitava soltanto la sovranità, ma di cui disponeva anche dal punto di vista economico: l’ager pubblicus, il quale comprendeva i fondi appartenenti al populus che esaurivano la loro funzione sotto tale profilo. Esso poteva venire “privatizzato” mediante la procedura della divisio et designatio, preceduta dalla sistemazione fondiaria del territorio, la centuriatio: una parcellizzazione che – accompagnata da una serie di riti carichi di valori e di simboli religiosi – avveniva tracciando un reticolo di rette parallele a due assi cartesiani. Questa operazione dava origine ai cosiddetti agri limitati, separati dai limites, che – tracciati in base a tale reticolo – servivano normalmente per la pubblica viabilità: agli agri limitati si contrapponevano quelli arcifinii, in cui i fondi venivano direttamente a confinare l’uno con l’altro. A proposito della pubblica viabilità nel Vallo di Diano noi sappiamo che questa fu garantita, sin dal 132 a.C., dalla via consolare Ab Regio ad Capuam, secondo quanto riportato dall’epigrafe del Lapis Pollae, sito nel Villaggio S.Pietro di Polla. Le particelle fondiarie risultanti potevano essere attribuite a singoli patresfamilias (assegnazione viritiana), ma più spesso ciò avveniva in occasione di una colonia, come è da ritenere sia accaduto a Polla e, più in generale, nel territorio del Vallo di Diano, in seguito all’approvazione della Lex Agraria del 133 a.C., voluta da Tiberio Gracco e successivamente, nel 122 a.C., ripresa dal fratello Caio….”

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