Giovani e violenza, i social e artisti non dei buoni esempi

Le cronache degli ultimi mesi sono tornate a parlare con insistenza di gang giovanili e delle loro poco commendevoli gesta, come il caso di Thomas Bricca ucciso ad Alatri, o l’aggressione di Sabato 18 febbraio, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, due studenti sono stati colpiti da sei ragazzi di Azione studentesca esterni alla scuola.

Si direbbe che, con l’allentamento delle misure anti-Covid, pulsioni represse e aggressività mal gestita stiano debordando dai margini più inquieti del mondo giovanile. Di qui una serie di allarmi sulla sicurezza delle nostre città, delle periferie, dei luoghi del divertimento e della vita notturna. Su questi gesti, c’è molto da riflettere, e la tv e i social in generale, non aiutano, (Vedi il caso Blanco a Sanremo) perché trasmettono tanto di quel disagio giovanile tipico dei ragazzi appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, o G. In merito ne abbiamo parlato con il dottore Michele Magliano, influencer e laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche.

"… I modelli che seguiamo ci influenzano, per questo è fondamentale coltivare una sana consapevolezza che ci permette di eliminare dalle nostre percezioni, pensieri limitanti e visioni della vita cupe e negative. Secondo la mia visione, ultimamente, il festival di San Remo viene sfruttato per innescare nuovi modelli comportamentali e sociali nei ragazzi più giovani, attraverso le "performance" di molti artisti, che in modo teatrale, mettono in scena azioni imprevedibili, atte a generare confusione nella psicologia dei tanti ragazzi che accettano tutto passivamente, senza usare i giusti filtri.

Ho notato che tantissimi ragazzi e non, ascoltano le “canzoni del momento” solo perché sono virali sui social o in radio, ma non si fermano a comprendere il testo, il messaggio che viene inviato. Ognuno è libero di esprimersi secondo la sua unicità, questo è chiaro, ma quando si riceve una vasta visibilità, soprattutto nell’era dei social network, si riceve anche una grandissima responsabiltà.

Sul palco dell’Ariston si è responsabili, del messaggio simbolico che si invia ai tantissimi ragazzi che con stupore e curiosità seguono questo festival. Quanti ragazzi sono stati influenzati da quello che è successo? Mi riferisco al gesto di Blanco, ma anche a quello di Rosa Chemical? Questi giovani artisti capiranno che il “successo” non è nella fama o nella visibilità, ma nel messaggio che si invia attraverso ogni forma d’arte.

Ai ragazzi dico, usate il discernimento e non accettate tutto come visione unica delle cose, ma andate oltre! Buon cammino, alla prossima!...” Ci sentiamo di concludere l’articolo con un pensiero dello scrittore Alessio Marsala “… Sogno un mondo dove vi è amore, dove posso contare sulla collettività: vorrei che i miei mali fossero curati tramite la discussione, senza ricorrere al blaterare.

Spero in un mondo migliore, dove non si deve spiegare all'individuo la traboccante violenza che scorre impietosamente ogni giorno, ma l'amore per la conoscenza, per la vita: elevando sempre più la propria anima, fin quando essa non splenda del tutto. Questo vorrei…".

© Michele D´Alessio tutti i diritti riservati.

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