Turismo delle radici

Il progetto del PNRR del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale prevede “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19”. Nell’ambito di tale iniziativa, i Comuni potranno organizzare eventi e attività di interesse per gli italiani all’estero e per gli italo-discendenti originari del loro territorio, nonché individuare strutture atte all’accoglienza e soggetti disposti ad aderire al programma di scontistica in favore dei turisti delle radici. Si attira l’attenzione sull’interesse a coinvolgere i piccoli comuni, con riferimento anche a quelli che contano meno di 5.000/6.000 abitanti. Oltre 5,8 milioni gli italiani all’estero, 1,2 milioni hanno tra i 18 e i 34 anni L’Italia è anche paese di emigrazione.

Daqui infatti non si è mai smesso di partire, sottolinea a chiare lettere il Rapporto “Italiani nel mondo 2022” della Fondazione Migrantes. Negli ultimi anni, caratterizzati dalle limitazioni agli spostamenti a causa del Covid, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, ha superato la popolazione di stranieri regolarmente sul territorio nazionale. Se il Paese ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% (il 5,8% se il confronto viene effettuato dal 2020). In valore assoluto sono quasi 154mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274mila residenti “persi” in Italia. Oltre 2,7 milioni (il 47%) degli italiani all’estero sono partiti dal Meridione (di questi, 936 mila circa, il 16%, dalla Sicilia o dalla Sardegna); più di 2,1 milioni (il 37,2%) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia.

Brasile dal 1871 Dal 1871 al 1880 erano 37.000 - Dal 1881 al 1900 sono diventati 215.000 Il “Turismo delle Radici” è un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, eno-gastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che, vale la pena ricordarlo, sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone. Nel 1997 l’ENIT inseriva nella categoria «turista delle radici» 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro paese. Nel 2018, undici anni dopo, questo numero era aumentato a 10 milioni (+72,5%). Nel 2018 il flusso economico in entrata generato dal Turismo delle radici è stato pari a circa 4 miliardi di euro (+7,5% rispetto all’anno precedente). Per l’ecosostenibilità, il turismo delle radici lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile. La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici). Il turista delle radici è «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare (solitamente i piccoli borghi).

NUOVE OPPORTUNITA’ DI LAVORO Per l’incentivo all’occupazione giovanile, la figura dell’operatore turistico delle radici specializzato in viaggi delle radici (di ritorno), nasce per garantire un’offerta turistica che comprenda competenze trasversali nel settore turistico. L’obiettivo principale deve essere quello di promuovere la formazione degli operatori, in coordinamento con le amministrazioni centrali interessate, Centri accademici e di ricerca, Enti locali, Operatori economici della filiera turistica e le associazioni attive sul territorio. In tal modo viene stimolata l’occupazione, in particolare quella giovanile, proprio in aree colpite da progressivo spopolamento, che sono quelle di predilezione per il turista delle radici.

La corsa degli italiani nati all’estero L’elemento endogeno per eccellenza è, invece, la nascita all’estero dei cittadini italiani, ovvero figlie e figli che si ritrovano a venire al mondo da cittadini italiani che risiedono già oltreconfine e che, sempre da italiani, crescono e si formano lontano dall'Italia ma con un occhio rivolto allo Stivale. Gli italiani nati all'estero sono aumentati dal 2006 del 167,0% (in valore assoluto sono, oggi, 2.321.402; erano 869 mila nel 2006).

Le attività preferite degli italiani residenti all’estero: ü Luoghi di origine dei propri Avi ü Località turistiche ü Folklore e Tradizioni popolari ü Enogastronomia

© Raffaele Palumbo tutti i diritti riservati.