“Il Tempo Scorre!” poesia inedita di Gennaro Scelza

Con immenso piacere, in questi giorni, ho ricevuto una bellissima lirica inedita dal titolo “Il Tempo scorre”, del eterogeneo poeta e scrittore Gennaro Scelza, cittadino di Angellara (ex Maestro di scuole elementare). Un poema in versi liberi, inedita, scritta in questi giorni piovosi di meta maggio. Il tempo è quell’elemento che scandisce le nostre vite e che ne segna tutte le tappe fondamentali dalla nascita fino alla vecchiaia. A volte sembra scorrere velocissimo, altre volte non passa mai. Il tempo è fatto di piccoli istanti a cui dobbiamo dare costantemente il giusto valore, cercando di onorarli e renderli indimenticabili. Il tempo scorre velocissimo e ce ne accorgiamo soprattutto quando guardiamo indietro: mentre siamo intenti al presente, passa inosservato, tanto vola via leggero nella sua fuga precipitosa.

Ne chiedi il motivo? Tutto il tempo trascorso si trova in uno stesso luogo; lo vediamo simultaneamente, sta tutto insieme; ogni cosa precipita nello stesso baratro. E, del resto, non possono esserci lunghi intervalli in una cosa che nel complesso è breve. La nostra vita è un attimo, anzi, meno di un attimo; ma la natura ci ha schernito dando un'apparenza di durata a questo spazio di tempo minimo: di una parte ne ha fatto l'infanzia, di un'altra la fanciullezza, poi l'adolescenza e maturità, il crepuscolo della maturità alla vecchiaia, dove si fanno riflessioni e resoconti, come sui gradini di una scala, ma troppo corta.

La poesia inizia cosi:
Il tempo passa, si, velocemente,
portandosi via i sogni,
le dolcezze della vita:
I ricordi della gioventù,
I pensieri di maturità Le tristi riflessioni di vecchiaia.

Nella sestina di versi liberi, il poeta descrive una vita intera, nelle varie età dell’uomo, i sogni portati via, quelli realizzati e quelli infranti, la gioventù spensierata e le preoccupazioni di quando sei maturo, nel pieno della vita, che finisce con le meditazioni della vecchia.

Poi il poeta continua:
In questa età,
l’uomo conquista.
La pace, la serenità.

Nel periodo della vecchiaia, l’uomo raggiunge la pace e la serenità, dando il giusto valore alle cose.

Poi l’autore prosegue:
Seduto sull’uscio di casa,
osserva con calma,
il passaggio del tempo,

In questa terzina di versi, si descrive la calma con cui un anziano signore riesce a stare per ore seduto sull'uscio di casa, a guardare il nulla di una via di periferia, dopo una vita di fatica. In quel guardare il nulla c'è il pieno dei ricordi, in quell'apparente immobilità c'è la corsa all'indietro verso il vigore di una gioventù instancabile piena di vigore.

Poi l’autore procede:
Non pensa al domani!
S’adagia nell’immensità,
di spazio senza fine,
addormentandosi.

Nella fase della senilità non si pensa al futuro, aspettando la fine del tempo terreno, si riposa nella vastità dello spazio senza fine. Quando, per una ragione o per l’altra, non ci importa più di quello che potrà succedere nel futuro, poco a poco ci lasciamo morire.

Poi il poeta conclude:
…. Intanto il tempo continua,
il ciclo per l’eternità.

La lirica termina con la riflessione sul tempo infinito che con il trapasso dell’aldilà, il tempo continua a scorrere, proseguendo il ciclo dell’eternità. Per questo, si deve avere il senso di parlare delle cose che avvengono oggi, perché ci ridimensioniamo alla nostra reale posizione nello spazio e nel tempo.

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